"Nella nostra vita ci confrontiamo continuamente con il rischio: siamo soggetti cioè alla possibilità che si presentino dei pericoli per la nostra salute e il nostro benessere. La maggior parte di questi rischi non si trasforma mai in un pericolo concreto, o perché fortemente improbabile in sé (è difficile essere divorati da un coccodrillo se si abita in una delle nostre città...) o perché l’effettiva probabilità viene ridotta da apposite attenzioni e strategie. Il rischio si riduce notevolmente attraverso l’informazione; se ciascuno di noi sa come comportarsi nella vita comune per il proprio benessere, sa cosa fare in determinate circostanze più a rischio e, anche in vere e proprie emergenze, la portata dei danni diminuisce. Essere informati correttamente permette anche di evitare alcune false emergenze, vere e proprie leggende metropolitane che a volte si diffondono incontrollate generando grandi paure collettive, che a loro volta possono indurre comportamenti sbagliati e controproducenti."
"Fra i vari ambiti della nostra vita soggetti a rischio, l’alimentazione non fa eccezione. Mangiando alcuni cibi esiste la probabilità di assumere sostanze non appropriate. Si tratta di una possibilità, più o meno remota, con la quale dobbiamo convivere. Ma come nella vita si sta attenti che nulla di pericoloso ci accada, così dobbiamo fare nel campo dell’alimentazione. Allo stesso modo in cui stiamo attenti a non mangiare nulla caduto per terra, così altri semplici accorgimenti aiutano a evitare i più comuni rischi quotidiani legati all’alimentazione. In alcuni casi il rischio che l’alimentazione di tutti giorni diventi pericolosa si trasforma in vera emergenza: è successo con la «mucca pazza» (BSE). In quell’occasione, come tutti ricordiamo, alcune norme di condotta particolari (sia sulle modalità di consumo sia di certificazione e vendita) hanno permesso di far rientrare la crisi. A volte si sviluppano grandi paure in realtà ingiustificate, come il caso dell’influenza aviaria, su cui sono circolate informazioni fuorvianti e allarmistiche che hanno portato a una sensibile riduzione del consumo di pollame, malgrado fosse dimostrata l’assoluta sicurezza delle carni cotte di volatili."